Esperti del sud-ovest: Perché diciamo "capanne su palafitte"?

Di Catherine Darfay - Archivio "Sud Ouest" - Articolo originariamente pubblicato il 19 agosto 2020
SERIE ESTIVA - (2/20) Come i trampolieri delle Landes, le capanne hanno lunghe zampe che impediscono loro di insabbiarsi e permettono loro di resistere alle maree.
Queste capanne arroccate su Bird Island potevano ospitare solo il ricchissimo Robinson Crusoe, e non ricordiamo che l'eroe di Daniel Defoe naufragò nella baia. Il canto persistente di innumerevoli uccelli, la solitudine rassicurante, nonostante l'abbondanza di turisti che accorrono con la bassa marea per immortalare questa precarietà simulata, rendono gli isolani dei privilegiati.
Se continuiamo a chiamare le loro case "capanne", è in memoria di quelle che un tempo ospitavano gli ostricoltori che sorvegliavano i loro parchi incastonati nel sud dell'isola. Ma lo sono sicuramente. Il termine "tchanque", pronunciato "tianque", si riferisce alle palafitte dei pastori delle Landes, chiamati a loro volta "tchancayres". Come loro, le capanne hanno lunghe gambe che impediscono loro di insabbiarsi e permettono loro di resistere alle maree.
Altrove diciamo pilotis, ma è meno bello e più banale. A tchanqué, infatti, c'è un sonno nascosto.
SudOuest